Cos’è la sindrome di Kawasaki che colpisce i bambini e che legame ha con il Coronavirus

E’ di qualche giorno fa la notizia di nuova malattia che sta circolando tra i bambini, probabilmente legata al Coronavirus: sto parlando della sindrome di Kawasaki.

La sindrome di Kawasaki è una malattia rara, già conosciuta da medici e specialisti, che generalmente colpisce i bambini più piccoli fino ai 5 anni di età e che in questo periodo è apparsa in maniera più ricorrente tra i bambini anche fino ai 15 anni, con casi che si sono moltiplicati nelle zone dove il coronavirus è molto diffuso.

La sindrome di Kawasaki (MK) è una malattia pediatrica che prende il nome dal suo scopritore, il dottor Tomisaku Kawasaki che l’ha diagnosticata per la prima volta in Giappone nel 1967.

Si tratta di una sindrome infiammatoria che interessa le arterie di piccolo e medio calibro, si presenta in neonati e bambini e la cui causa è, al momento, sconosciuta.

Quali sono i sintomi della sindrome di Kawasaki?

Febbre alta fino a 39/40 per 4/5 giorni circa, rush cutaneo a mani e piedi (anche internamente sul palmo e sulla pianta), congiuntivite, mucosite (anche conosciuta come stomatite, un arrossamento che appare sulle labbra e in bocca), lingua a fragola, linfonodi sul collo.

La sindrome di Kawasaki – spiega al Corriere.it Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria, – è una vasculite che normalmente ha decorso benigno ma in alcuni casi può provocare problemi perché interessa il cuore con la dilatazione delle coronarie».

In Italia questa infiammazione delle arterie è come detto una malattia rara (a differenza di altri paesi Estremo Oriente, dove ci sono molti più episodi) e si verificano circa 250 casi l’anno.

Attualmente i casi sono in aumento: curando il Coronavirus, che attacca l’intero sistema, non solo i polmoni, i pediatri di diverse zone d’Europa hanno notato una maggior incidenza di questa sindrome.

In un mese il numero dei casi ha eguagliato quelli visti nei tre anni precedenti”, ha detto Lucio Verdoni, reumatologo pediatra del Papa Giovanni. Casi sono stati segnalati anche al Gaslini di Genova e a Milano. 

Va chiarito che, nonostante ci sia il sospetto di una correlazione tra Covid e la malattia di Kawasaki, ad oggi non è dimostrato nessun legame certo, e si stanno monitorando gli ammalati, per capirci qualcosa di più.

Come si manifesta questa malattia?

Secondo gli esperti tre sono le fasi: una prima acuta, che dura un paio di settimane al massimo con presenza di febbre e di altri segni acuti della malattia (che possono non essere presenti contemporaneamente), seguita da una fase subacuta che può durare altre due settimane e che inizia quando la febbre scompare, ma possono persistere irritabilità, anoressia e congiuntivite. L’ultim fase è poi quella della convalescenza (dalla 5ª alla 8ª settimana) che si verifica con la scomparsa di tutti i segni clinici di malattia fino alla normalizzazione degli indici infiammatori.

Come si cura?

Va detto che è necessario rivolgersi al proprio pediatra sia in caso di dubbi che di reale necessità, che provvederà a somministrare la giusta cura al bambino. Si parla di immunoglobuline endovena (IVIG) che rappresenta il trattamento “protettivo” per eccellenza nei confronti delle coronarie.

Viene inoltre somministrata Aspirina a dosaggio antinfiammatorio, in quattro somministrazioni giornaliere, fino a 48-72 ore dalla scomparsa della febbre.

I bambini con particolari condizioni di rischio (età inferiore ai 12 mesi, dilatazione coronarica al primo ecocardiogramma, indici di infiammazione molto elevati, complicanze quali sindrome da attivazione macrofagica, sindrome da shock) vanno anche trattati anche con cortisone.

test coronavirus

Pur tranquillizzando le mamme sul fatto che nonostante sia una malattia rara, è ben conosciuta dai pediatri che sanno come curarla, è comunque importante ricordare che non bisogna cercare di trattare la malattia con il fai da te ma rivolgersi quanto prima al proprio medico curante.

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